I viaggi di Giovanni Paolo II nell’America iberica nella prima metà degli anni Ottanta
DOI:
https://doi.org/10.19248/ammentu.402Resumo
Gli anni Ottanta del XX secolo costituirono un periodo di profondi mutamenti per i territori di lingua spagnola e portoghese d’Europa e America. L’America latina entrò in una stagione turbolenta, che avrebbe portato alla progressiva instaurazione della democrazia in tutto il subcontinente iniziando un percorso volto a confrontarsi con l’impressionante scia di sangue prodotta dalle dittature militari. La Spagna e il Portogallo, del resto, uscivano dal periodo dei regimi autoritari di Franco e Salazar consolidando i rispettivi sistemi democratici e riprendendo un posto importante in Europa e, soprattutto, nel mediterraneo occidentale. In quel cruciale decennio, il papa Giovanni Paolo II ebbe modo di visitare più volte queste zone: fu otto volte in America Latina, tre in Spagna e due in Portogallo. Ebbe così l’opportunità, in molti casi, di vedere personalmente le trasformazioni sociali e politiche in atto in questi Paesi così come di osservare le difficoltà e le nuove sfide poste alle comunità cattoliche locali. Già Paolo VI aveva inaugurato la pratica di visitare alcuni di questi territori dove risiedeva e risiede tuttora la maggior parte dei cattolici del mondo con i celebri viaggi in Portogallo nel 1967 e in Colombia l’anno successivo. Circa quindici anni dopo, il papa polacco riprendeva questa intuizione di Montini apportandovi però alcune modifiche e dovendosi confrontare con un panorama sociale e religioso condizionato dal declino dell’Unione sovietica e dalla crescente secolarizzazione. Il presente contributo, attraverso l’analisi sistematica dei discorsi del pontefice nel corso di questi undici viaggi e di come i mezzi di comunicazione internazionale seguirono quelle che non è forzato definire le visite pastorali di Giovanni Paolo II nei territori di lingua spagnola e portoghese, intende valutare innanzitutto come si modificò l’immaginario che di questi paesi aveva un viaggiatore d’eccezione come il papa. Secondariamente, si cercherà di sottolineare la posizione del Papa su alcuni temi centrali per i territori di lingua spagnola e portoghese come il rapporto tra la Chiesa e la democrazia, la funzione dei cattolici nella società pluralistica e il ruolo dei laici, dei giovani e delle donne nel cattolicesimo post-conciliare e post-guerra fredda. Ciò permetterà di vedere come Giovanni Paolo II adattò il suo messaggio ai vari contesti ove si recò, uniti da una certa omogeneità linguistica e religiosa ma separati da tradizioni e culture spesso molto distanti, e come le diverse comunità cattoliche accolsero le visite del papa e le inserirono nel vivace dibattito che animava quei territori negli anni Ottanta.
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